Psicoterapia della Gestalt: aiutare l’individuo a usare le proprie potenzialità innate

“L’idea della psicoterapia della Gestalt è trasformare gli individui di carta in persone reali… a essere, diciamo, un leader senza essere ribelle, ad avere un proprio equilibrio invece di essere sbilenco.”
(F. Perls).

È il prodotto di un lavoro creativo portato avanti dal fondatore Fritz Perls, che fece di ogni sua esperienza, relazione e contatto mano, una fonte creativa di ispirazione.

Egli coltivò la psicoterapia della Gestalt in diversi terreni, quali, la psicologia della Gestalt (lo studio dei processi attraverso cui l’individuo organizza la propria percezione del mondo che lo circonda), la psicoanalisi, l’esistenzialismo, la fenomenologia, le filosofie orientali, lo psicodramma di Moreno e altro ancora.
L’assunto fondamentale è che “il tutto è più della somma delle parti…Una parte in un tutto è differente dalla stessa parte presa isolatamente o inserita in un tutto diverso..” (C. Von Ehrenfels).

La percezione della realtà

La comprensione del mondo passa attraverso l’identificazione di forme strutturate e individuali, cioè che dipendono dalle rappresentazioni della realtà che ogni individuo costruisce nel corso della vita.

Ognuno di noi sceglie, nella percezione della realtà, quale forma riconoscere come più adatta e più vicina ai propri schemi significativi, un po’ è come dire che “la bellezza è negli occhi di chi guarda”, cioè soggettiva.

Mente e corpo

L’Uomo è visto nella sua dimensione olistica: mente e corpo sono le facce di una stessa entità e non possono essere considerate l’una senza l’altra.

La psicoterapia della Gestalt dà la possibilità di integrare la dimensione sensoriale, affettiva, comportamentale, sociale e spirituale, in modo da permettere “un’esperienza globale in cui il corpo possa parlare e la parola incarnarsi” (Anna Rosièr).

Essere ciò che sono

Assoluta importanza è data alla responsabilità che ognuno ha della propria vita e delle scelte che compie. La psicoterapia Gestalt spinge l’uomo a meglio conoscere e accettare se stesso così com’è, senza più sentire il bisogno di cambiare per conformarsi ad un modello di riferimento idealizzato.
Essere ciò che sono prima di essere in qualsiasi altro modo, è questa la teoria paradossale del cambiamento.